Arresto di Cesare Battisti, Salvini e Bonafede indagati con l’accusa di non aver tutelato la dignità del detenuto. La Procura di Roma chiede archiviazione, fascicolo al Tribunale dei Ministri.
Ha fatto discutere per giorni l’arresto di Cesare Battisti. Innanzitutto per il risultato storico dell’Italia e poi per l’atteggiamento della politica italiana, divisa anche su un risultato oggettivamente incontestabile. Ma la storia non è finita. Stando a quanto riportato da il Giornale, il vicepremier Matteo Salvini e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede risultano indagati con l’accusa di non aver tutelato la dignità del detenuto.
Arresto di Cesare Battisti, Matteo Salvini e Alfonso Bonafede indagati
Tra dichiarazioni forti, video discutibili pubblicati su Facebook (nello specifico quello di Bonafede) e altri atteggiamenti sotto analisi, Matteo Salvini, che quel 14 gennaio all’aeroporto si era recato inevitabilmente con la divisa della polizia, e Alfonso Bonafede sono al centro di un fascicolo aperto dalla Procura di Roma.
L’accusa rivolta ai due ministri è quella di non aver tutelato la dignità del detenuto, un’accusa in verità rivolta ai due già nei giorni caldi dell’arrivo di Cesare Battisti.
Il fascicolo al Tribunale dei Ministri
In seguito alla richiesta di archiviazione da parte della Procura di Roma, il fascicolo è passato all’attenzione del Tribunale dei Ministri, che ancora una volta, dopo il caso Diciotti, è chiamato a decidere su un caso legato al ministro dell’Interno.
Per i magistrati di Roma il fatto non rappresenta un reato in quanto i due non avrebbero tratto vantaggi dal proprio atteggiamento e in quanto Battisti, latitante condannato all’ergastolo, non avrebbe subìto danni materiale e/o patrimoniali.